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La Famiglia Cristiana

Vi presentiamo il libro “La Famiglia Cristiana” dell’autore Larry Christenson.

L’Introduzione del bestseller del Rev. Larry Christenson (1928-2017), un ex pastore luterano di San Pedro che fu un pioniere nel movimento di rinnovamento carismatico, inizia così:

 Il titolo scelto per il presente libro è volutamente incolore. Non è né brillante né vistoso: è “solido”, onesto, forse un pochino noioso; è senza grandi pretese. Indica semplicemente coloro per i quali è stato scritto il libro (i cristiani) e l’argomento da trattare (la famiglia).

Può darsi che un titolo spettacolare avrebbe attirato un maggior numero di lettori.

Ad esempio:

  • “Il segreto di un matrimonio felice”
  • “La meravigliosa avventura della vita familiare”
  • “La misteriosa potenza di una famiglia ben ordinata”
  • “La vita familiare può essere una gioia”
  • “Nuova speranza per i genitori tormentati”

Ma non stiamo cercando di attirare il lettore casuale.

Chi desidera delle semplici prescrizioni per alleviare temporaneamente i sintomi di una famiglia malata non deve perdere tempo leggendo questo libro, perché rimarrà soltanto deluso. Se non siete disposti a riesaminare le vostre abitudini e idee più radicate sulla vita familiare, non vi date il fastidio di leggerlo: esso penetra troppo a fondo e non lo finirete mai, tanto meno lo metterete in pratica.

 

Dietrich Bonhoeffer, rinchiuso in una cella del carcere nazista, scrisse una volta un sermone per le nozze di una sua nipote. In esso affermò: “Il matrimonio è più del vostro amore reciproco. Ha maggiore dignità e maggiore potere; poiché è un’istituzione santa di Dio, mediante la quale egli vuol conservare gli uomini fino alla fine dei giorni. Nel vostro amore vedete solamente voi stessi nel quadro del mondo; nel matrimonio siete invece un anello della catena delle generazioni, che Dio fa andare e venire a sua lode e chiama al suo regno. Nel vostro amore vedete soltanto il cielo della vostra felicità, mediante il matrimonio invece venite collocati responsabilmente nel mondo e nella responsabilità degli uomini; il vostro amore appartiene a voi soli, a voi personalmente, ma il matrimonio è qualcosa di ultra personale, è uno status, un ufficio”.

Il teologo Larry Christenson continua:

Nel cristianesimo il matrimonio raggiunge una santità e un’importanza sconosciute nei tempi antichi. La dimenticata dignità della donna è stata portata alla luce e il suo valore riconosciuto. Né la legge romana e nemmeno quella mosaica accordavano alla moglie dei diritti altrettanto grandi e sacri come quelli del marito; invece nel cristianesimo anche la moglie ha diritto alla perfetta fedeltà del coniuge, cessa di essere soltanto l’aiuto del marito nella vita presente e diventa coerede con lui della vita eterna (1 Pietro 3:7).

E c’è anche di più. La prova più grande dell’amore di Dio verso l’uomo ci è stata data nel sacrificio di Cristo, per mezzo del quale la chiesa ebbe origine. Tra la chiesa e Cristo esiste il legame d’amore più sacro, più tenero e più forte che sia mai esistito tra Dio e l’uomo.

Nel cristianesimo viene affidato ai coniugi il compito di rappresentare sulla terra l’immagine di questa unione tra Cristo e la sua chiesa: un’immagine del sacrificio, della devozione, della fedeltà.

Nei tempi antichi, il matrimonio nelle sue manifestazioni più alte era stato una relazione morale, ma nel matrimonio cristiano vediamo qualcosa di ancora più alto, un mistero.

I filosofi neoplatonici riguardavano il matrimonio con tetra severità, come una contraddizione della natura spirituale dell’uomo; la più rigida setta ai giorni di Gesù, gli Esseni, lo considerava come un ostacolo alla preparazione per il regno dei cieli. Ma la famiglia cristiana viene formata per servire l’immagine visibile del futuro regno di Dio, nel quale la volontà del Signore verrà fatta sulla terra come è fatta in cielo. Non è solo una scuola per il cielo; in un certo senso è l’anticipazione dello stesso regno di Dio.

Nella famiglia cristiana dovrebbero manifestarsi in piccolo la stessa saggezza e dolcezza nel comando, la stessa prontezza dell’ubbidienza, la stessa unità e fermezza di reciproca fiducia che caratterizzeranno il compiuto regno di Dio. Nel senso più completo, queste cose si possono dire soltanto della chiesa: essa è al di sopra della famiglia. Tuttavia, è impossibile edificare la chiesa senza rafforzare la vita familiare.

Nella famiglia cristiana si devono riconoscere con gioia le benedizioni che Dio spande per mezzo della chiesa; d’altro canto, è nelle famiglie cristiane che la forza della chiesa deve consistere. L’ordine e lo sviluppo dell’argomento nella Lettera agli Efesini non sono casuali: comincia con le più sublimi dichiarazioni di tutto il Nuovo Testamento riguardo a Dio e alla chiesa, poi passa a trattare dell’ordinamento della vita familiare cristiana, perché è in questa che bisogna cercare l’incremento della Chiesa e il suo progresso verso la perfezione.

La famiglia cristiana, dunque, non esiste come fine a sé stessa, è stata creata per dare gloria e onore a Dio, e il beneficio che reca all’uomo è un sovrappiù. Quelli che insistono ostinatamente che la loro propria felicità e comodità siano gli scopi più importanti della vita familiare non comprenderanno mai il piano di Dio per il matrimonio e per la famiglia, perché non ne hanno compreso la struttura fondamentale, il punto di partenza. La maggior parte degli scritti sulla vita familiare comincia con l’uomo, poi cerca di includere Dio come un’utile aggiunta garantita per rinvigorire una vita familiare fiacca.

Il presente libro, invece, affronta la questione dal punto di vista opposto. La famiglia appartiene a Dio, egli l’ha creata; egli ne ha deciso l’intima struttura; egli ne ha stabilito lo scopo e la finalità. Per il suo beneplacito, un uomo e una donna possono collaborare con il suo disegno, e farne parte; ma la famiglia che essi stabiliscono, resta sempre sua.

“Se il Signore non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori” (Salmo 127:1a). I figli ricevono da lui la loro posizione in essa: “Dio dona al solitario una famiglia” (Salmo 68:6a). Perciò non è nostro il matrimonio, ma suo; non è la nostra casa, ma la sua; non i nostri figli, ma i suoi; non la nostra famiglia, ma la sua. Ciò potrebbe sembrare soltanto un pio linguaggio, ma si manifesta in maniere molto concrete: se Gesù è davvero il Signore della vostra famiglia questa realtà influirà su ogni cosa, dallo stile in cui arrederete la casa al modo di passare le ferie estive.

Dunque, vogliamo considerare la famiglia cristiana, senza dare al libro un titolo vistoso, senza garanzia di rimborso del suo prezzo se la vita del lettore non sarà stata trasformata entro dieci giorni. Piuttosto esamineremo accuratamente quanto ne ha detto il suo Creatore, partendo dal presupposto che colui che ha creato la famiglia ne sa qualcosa ed è in grado di offrire il consiglio più opportuno.

Chi è del parere che il matrimonio sia un contratto sociale tra due individui e nient’altro non si interesserà di questo libro. Ma chi è disposto a considerare che il matrimonio è molto di più, che al suo centro sta qualcosa di misterioso e di meraviglioso, che è stato creato da Dio e che raggiunge il suo stato più alto e il suo scopo finale entro i limiti della struttura da lui stabilita, potrà trovare in queste pagine dei pensieri da meditare.

Le idee che esponiamo sono fondate senza alcuna vergogna sulle parole e sui principi della Bibbia. Siamo convinti che questi siano altrettanto veri e validi oggi come il giorno che furono scritti.

La nostra epoca, è vero, trova difficile accettare un simile concetto; come ha detto Elton Trueblood: “È un dogma fondamentale della nostra era che tutti i problemi che sperimentiamo siano nuovi. Questa inverosimile convinzione, dovrei chiamarla “il morbo della contemporaneità” …è sintomo di una terribile arroganza…; l’idea che viviamo in un periodo così nuovo e che la sapienza sia venuta soltanto con noi, mentre nessuno l’aveva prima, la considero come un’arroganza assolutamente insopportabile”. Si riferisce, che il grande generale tedesco della seconda guerra mondiale Erwin Rommel, studiava avidamente le tattiche di guerra di Robert E. Lee. L’uno combatteva con i cavalli, l’altro con i carri armati; l’uno conduceva le sue campagne nelle vaste pianure e sulle colline degli Stati Uniti orientali, l’altro sulle sabbie del deserto nord africano.

Nondimeno, i principi della strategia militare offrirono ai due uomini una base di accordo comune, nonostante fossero separati dal tempo e dall’ambiente culturale. Le condizioni e le situazioni possono cambiare, ma i principi fondamentali, se sono validi, durano nel tempo.

I principi che qui trovano espressione hanno superato la prova dei secoli; hanno superato anche la prova della nostra esperienza personale.

Diversi anni fa un gruppo dei membri della nostra chiesa partecipò a un ritiro familiare sul tema: “L’ordine divino per i genitori”. L’unico nostro materiale di studio era un trattato di sette pagine sull’argomento, il quale a sua volta era poco più di un sommario dei versetti biblici in materia. Questo si dimostrò più che sufficiente! Come risultato di quel ritiro, diverse nostre famiglie cominciarono a studiare seriamente la struttura della vita familiare e ben presto ci ritrovammo a mettere in discussione molti atteggiamenti e costumi della società moderna, in contrasto con il diffuso sistema di relativismo e di permissività, incominciavamo a comprendere il concetto biblico di ordine e di autorità. A mano a mano che si mettevano in pratica i principi biblici si verificava una trasformazione in parecchie famiglie; nella mia stessa famiglia sperimentammo istantaneamente un cambiamento drammatico, per motivi che spiegherò più avanti.

Lo studio, e la pratica dei principi biblici della vita famigliare, è continuato, perché costituisce un’avventura impegnativa ed emozionante e c’è sempre qualcosa in più da imparare e da vivere. Ai complessi problemi che la famiglia oggi deve affrontare non offriamo delle risposte già pronte, cui non si possa aggiungere più nulla; vogliamo soltanto presentare alcuni dei principi fondamentali che hanno portato nelle nostre famiglie una rivoluzione silenziosa, invitandovi a scoprire con noi un nuovo senso di direzione, una nuova armonia e una nuova gioia nella vostra vita familiare.

Abbiamo intitolato il libro “La famiglia cristiana”.

Qualcuno ha definito un cristiano come “uno che vive in compagnia con Gesù Cristo”. Questa è una definizione non teologica ma personale: non descrive il cristiano in termini di principi astratti di metafisica, ma della sua esperienza quotidiana. È precisamente questa linea che vogliamo seguire nel considerare la vita familiare: potremmo estendere quella definizione e dire che una famiglia cristiana è una famiglia che vive in compagnia con Gesù Cristo.

Il segreto di una felice vita familiare è fin troppo semplice: coltivare la relazione della famiglia con Gesù.

Nessun aspetto della nostra vita deve essere lasciato fuori di questa relazione; non v’è problema che dobbiamo affrontare che non trovi qui la sua soluzione.

Allora come può una famiglia coltivare la sua relazione con Gesù? Dopotutto, non è come l’arrivo di un ospite… o se lo fosse?

Non possiamo vedere Gesù né parlare con lui, non possiamo comunicare con lui… o forse possiamo, se ci prendiamo la briga di imparare il come?

Ecco lo scopo del nostro libro: suggerire alcuni modi di coltivare questa relazione con Gesù Cristo; poiché il fatto basilare della religione cristiana è questo, che il Signore vive!

In fondo, il modo di coltivare tale relazione ha due aspetti:

  • Il primo consiste nello stabilire “l’ordine divino” a casa vostra, cioè il giusto rapporto di ordine e di autorità fra i vari membri della famiglia.
  • Il secondo consiste nella “pratica della presenza di Gesù”, cioè nel sensibilizzarci alla sua presenza invisibile, sviluppando la nostra percezione spirituale e imparando a riconoscere la sua via e la sua volontà per la nostra famiglia.

Di questi due aspetti, il secondo è il più importante. È solamente tramite la “pratica della presenza di Gesù” che le nostre famiglie diventano veramente cristiane. Nondimeno, stabilire “l’ordine divino” ha una certa priorità funzionale, perché questo contribuisce a creare un’atmosfera in cui sia possibile praticare la presenza di Gesù.

Quando stabiliamo l’ordine divino nella nostra famiglia, si crea un’atmosfera in cui egli si sente a suo agio; allora lo Spirito Santo può portare avanti la sua opera di istruirci e di guidarci nel genere di vita familiare per il quale Dio ci ha creati.